DEMOCRACY INDEX, ITALIA BENE MA NON TROPPO. DICIAMO ANCHE MALE

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di Luca Cappellini – Il settimanale The Economist ogni anno stila la classifica del livello di democrazia di 167 paesi nel mondo. Attraverso un’indagine su cinque categorie, processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione e cultura politica, a cui vengono dati punteggi da 0 a 10, classificano i paesi in quattro gruppi. Nell’ultima indagine (2022) i paesi si sono classificati per il 14% tra le democrazie complete, per il 29% tra le democrazie imperfette, per il 22% nei regimi ibridi e il 35% risulta classificato tra i regimi autoritari. Quasi la metà della popolazione mondiale vive in una democrazia (o democrazia imperfetta) e più di un terzo in un regime autoritario.


Sul podio troviamo la Norvegia (9,81 di media), la Nuova Zelanda (9,61) e l’Islanda (9,52), l’ultimo posto è toccato all’Afghanistan che ha intrapreso un costante peggioramento del proprio livello democratico che è in discesa negli ultimi quindici anni.


La classifica delle aree continentali più democratiche si rivela l’Europa occidentale e a seguire il nord America, America Latina e Caraibi, Asia e Australasia, Europa centro-occidentale, Africa subshariana, Medio Oriente e Nord Africa.
E’ interessante leggere l’andamento dei dati abbinando gli avvenimenti geopolitici, come la forte perdita di posizioni della Russia che a causa della guerra in Ucraina ha perso 22 posizioni rispetto al dato del 2021.


In generale non si vedono miglioramenti dei livelli democratici a livello globale negli ultimi cinque anni, il punteggio medio rimane di 5,29/10 evidenziando una generale stagnazione.
La democrazia in Italia gode di buona salute ? Pur prendendo un voto molto alto nel processo elettorale e nel pluralismo, 9,58 che è pari a Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, Germania, Costa Rica, Regno Unito, Cile, Austria, Francia, Spagna e Corea del Sud, e supera gli USA che hanno raggiunto il 9,17, in Italia soffriamo per i punteggi sotto la media per la cultura politica (7,50), le libertà civili (7,35), la partecipazione politica (7,22), il funzionamento del governo (7). La media generale ci posiziona nel gruppo delle democrazie imperfette. Ci meritiamo il 35° posto in classifica, perdendo tre posizioni rispetto al 2021 con un punteggio di 7,69.


Per capire meglio il nostro posizionamento è utile rileggere la nota per la classificazione dei paesi indicati come democrazie imperfette :” Democrazie imperfette (punteggio da 6 a 7,99): sono nazioni dove le elezioni sono libere e le libertà civili di base sono rispettate, ma possono avere dei problemi (ad esempio violazione della libertà d’informazione). Nondimeno, queste nazioni hanno delle significative falle in altri aspetti democratici, inclusi una cultura politica sottosviluppata, bassi livelli di partecipazione nella vita politica, e problemi nel funzionamento del governo”.


La colpa più grave che abbiamo è quella di avere a disposizione i dati, sapere quali sono le cure ma rimanere sereni confortandoci di essere nella parte alta della classifica con la scusa che “Commune naufragium, omnibus solarium”, il cui significato è letteralmente è “un naufragio collettivo è un sollievo per tutti”, o di uso più comune possiamo dire che “mal comune, mezzo gaudio”.


L’epistocrazia sembra poter fornire gli anticorpi per questo malessere democratico: la preparazione e la competenza contro il malfunzionamento del governo, la valorizzazione della politica contro il declino della cultura politica e la partecipazione sana del cittadino al bene comune, la visione del mondo con pragmatismo, dati reali e una proiezione verso il futuro, senza utilizzo di populismo e sovranismo che per un pugno di voti demoliscono i diritti civili.


Nei talk show e sui social si continuano a lanciare slogan sulla democraticità dei vari governi. Chi urla all’avanzare della malattia antidemocratica, chi risponde che nuove elezioni sono la cura. Urla e tifo contrapposti che potrebbero trovate un accordo nel guardare i dati del Democracy Index. Proprio nel prossimo seggio elettorale potremmo trovare gli anticorpi per far scalare la classifica alla democrazia italiana con la cura epistocratica.
Siamo conto gli slogan, ma solo eccezionalmente fatemi urlare… Epistcarazia subito!

credit foto hansjorg-keller-p7av1ZhKGBQ-unsplash

Luca Cappellini

Warehouse Stock Manager in azienda leader delle Grande Distribuzione Organizzata. Bibliomane appassionato e quando i quattro figli lo permettono si dedica all’arte della navigazione a vela e al violento gioco degli scacchi. La parola usata più di frequente è “pragmatismo”.

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