di Cassandra – Fratelli d’Italia, è un film del 1989 con Christian De Sica, Jerry Calà e Massimo Boldi, per regia di Neri Parenti. La rete abbonda ancora oggi delle frasi celebri e delle battute ilari degli attori, una fotografia vitellona di un paese che ha voglia di ridere tra il greve e il popolare. Una commedia all’italiana. Come le frasi che passano alla storia di Fratelli d’Italia, versione partito.
Gli scivoloni lessicali ultimamente giocano a rincorrersi. Li citiamo non in ordine d’apparizione. Si va dalla derubricazione di via Rasella ad un attacco ad una banda di suonatori bavaresi al dispiacere per un eventuale figlio gay, alla guerra santa contro la carne sintetica fino all’apoteosi della sostituzione etnica. Passando prima al “peggio dei pedofili” riferendosi a chi ricorre all’utero in affitto.
Il ministro alle politiche agricole Lollobrigida, in merito alla vicenda etnica, ha affermato “Non sono pentito. Ho solo sbagliato le parole, per ignoranza, non per razzismo”. Per il ministro la questione etnica lui la intendeva in senso statistico. Poi, che la competenza sul significato e il peso delle parole debba essere un requisito, su questo non c’è niente da dichiarare. Per ora c’è una ammissione di “ignoranza”. Aspettando nuovi interpreti del suffragio italiano.
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